Svolta digitale nelle scuole? L’Italia è ancora indietro

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GENOVA – Le tecnologie ICT stanno cambiando profondamente il mondo del lavoro ma la preparazione al digitale nelle scuole italiane non tiene il passo. Lo rileva l’ultima ricerca dell’Ocse che invita il nostro Paese a “accelerare” la digitalizzazione scolastica.

Il ritardo dell’Italia è cronico: otto scuole su dieci sono connesse a Internet, ma solo metà delle classi ha accesso alla rete. Scarseggiano le risorse economiche e (quindi) gli strumenti tecnologici: nelle scuole elementari c’è un solo computer ogni quindici studenti; alle medie uno ogni 11 e alle superiori uno ogni 8. Solo un quinto delle aule inoltre ha a disposizione la lavagna interattiva multimediale.

Il “Piano Nazionale Scuola digitale”, lanciato nel 2007 dal Miur, aveva previsto l’incremento dell’uso delle tecnologie e d’internet nelle scuole italiane, ma il rapporto dell’Ocse 2013 ha dimostrato come in realtà gli istituti scolastici italiani si trovino ancora in uno stato di arretratezza digitale.

Con l’attuale tasso di diffusione sarebbero necessari altri quindici anni per raggiungere i livelli di diffusione delle tecnologie digitali registrati ad esempio in Gran Bretagna, dove l’80% delle classi può contare su strumenti didattici informatici e digitali.

Dal rapporto “Preview of the Italian Strategy for Digital Schools” emerge che i paesi scandinavi hanno le scuole più attrezzate, mentre gli studenti italiani, insieme a quelli di Romania, Grecia, Ungheria, Polonia e Slovacchia, non dispongono degli strumenti digitali adeguati. L’Italia è il paese con la percentuale più bassa in Europa di studenti con accesso a un computer a scuola mentre la percentuale di edifici senza banda larga è tre volte sopra la media Ue.

“Le scuole italiane sono in ritardo rispetto alla maggioranza dei paesi: nel 2011 solo il 30% degli studenti italiani di terza media utilizzava le Ict come strumento di apprendimento durante le lezioni, rispetto a una media del 48% in altri Paesi dell’Ocse” ha affermato l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico sul Piano nazionale italiano per la Scuola Digitale.

L’Italia deve accelerare e investire più risorse per diffondere le tecnologie digitali a scuola, ricorrendo anche a finanziamenti integrativi, da parte di Regioni, Fondazioni e scuole. Secondo il Commissario Ue all’educazione Androulla Vassiliou “l’Europa deve necessariamente investire di più nello sviluppo e nell’uso dell’ICT nelle scuole e non ritornerà a crescere se non potrà contare su studenti e lavoratori molto competenti nell’uso delle nuove tecnologie che possano contribuire all’innovazione e all’imprenditorialità”.

di Debora Geido