Imprese, cittadini e ICT in Italia: i dati Istat 2018

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Imprese, cittadini e ICT in Italia: i dati Istat 2018

Nel 2018 continua a crescere la diffusione delle tecnologie ICT nel nostro Paese anche se rimane un gap rilevante rispetto agli altri paesi Ue sia per le imprese sia per i cittadini.

Un quarto delle famiglie ancora senza accesso a Internet

Nel 2018 la quota di famiglie che accedono a Internet da casa mediante banda larga sale al 73,7% dal 70,2% del 2017. La connessione fissa (ADSL, Fibra ottica, ecc.) è la modalità di accesso più diffusa.

Il tasso medio di diffusione della banda larga tra le famiglie residenti con almeno un componente di 16-74 anni, nei Paesi europei è dell’86%; l’Italia, con un tasso dell’83%, presenta un gap di 3 punti percentuali, anche se rispetto al 2017 tale divario si è dimezzato (85% della Ue28 contro il 79% in Italia).

Sul territorio le differenze tra le regioni sono ancora notevoli e confermano il vantaggio del Centro e soprattutto del Nord Italia; il Trentino AltoAdige e la Lombardia sono le regioni con la percentuale più alta di famiglie dotate di connessione con banda larga; all’opposto il Molise, la Calabria e la Sicilia.

Il 94,2% delle imprese con almeno 10 addetti si connette in banda larga mobile o fissa; aumenta in misura rilevante la quota di quelle che dichiarano velocità di connessione in download di almeno 30 Mbit/s (da 22,1% nel 2017 a 29% nel 2018).

Il 68,5% delle persone di 6 anni e più si è connesso alla Rete negli ultimi 12 mesi (65,3% nel 2017) mentre il 52,1% accede tutti i giorni. I giovani restano i più grandi utilizzatori di Internet (oltre il 94% dei 15-24enni) ma la diffusione comincia ad essere significativa anche tra i 65-74enni, che nell’ultimo anno passano dal 30,8% al 39,3%.

Tra le persone di 14 anni e più, si utilizza soprattutto lo smartphone per l’accesso alla rete (89,2%), seguito dal PC da tavolo (45,4%). Il 28,3% utilizza un laptop o un netbook, il 26,1% un tablet mentre il 6,7% altri dispositivi mobili come ebook, smart watch, ecc.

Più di una famiglia su due non ha Internet perché non sa utilizzarlo

Nonostante la crescita del numero di famiglie che dispongono di una connessione a banda larga (73,7%), restano ancora ampi i margini di sviluppo per la diffusione e l’utilizzo del web.

La maggior parte delle famiglie senza accesso ad Internet da casa indica il non saper utilizzare il web come principale motivo (58,2%) e più di un quinto (21,0%) non considera Internet uno strumento utile e interessante. Seguono motivazioni di ordine economico legate all’alto costo dei collegamenti o degli strumenti necessari (15,2%), mentre l’8,1% non naviga in Rete da casa perché almeno un componente della famiglia accede a Internet da un altro luogo.

Residuale è invece la quota di famiglie che indicano tra le motivazioni l’insicurezza rispetto alla tutela della propria privacy (2,9%) e la mancanza di disponibilità di una connessione a banda larga (2,0%).

Aumentano dal 12,9% al 16,9% le imprese che investono sulle competenze digitali provvedendo alla formazione dei propri addetti.

Fra le persone di 16-74 anni che hanno usato Internet negli ultimi 3 mesi, il 20,2% lo ha fatto per trovare un alloggio contattando direttamente un privato tramite siti web/app.

Rilevante è la crescita di intermediari per l’e-Commerce. Il 64,1% delle imprese che nel 2017 hanno venduto via web (53,8% nel 2016), ha utilizzato almeno un e-marketplace e il 50,2% (39,1% nel 2016) ha realizzato almeno la metà del fatturato via web tramite intermediari.

e-commerce per i principali Paesi UE28 - 2018

Nel 2018 crescono al 55,9% gli internauti che acquistano online (53% nel 2017); il 43,9% di chi non ha acquistato negli ultimi 3 mesi ha comunque cercato informazioni su merci/servizi e/o venduto beni online.

Ancora carenti le professionalità ICT nelle imprese

Il 16,1% delle imprese con almeno 10 addetti impiega esperti ICT mentre quasi tre imprese con almeno 250 addetti ogni quattro (71,8%) hanno dichiarato di avere specialisti informatici tra il personale interno; queste ultime, tra l’altro, negli ultimi anni hanno provato sempre più a reclutarli e li hanno assunti o hanno tentato di farlo nel 35% dei casi (31% nel 2017, 29,8% nel 2016 e 26,6% nel 2015) contro il 4,3% delle imprese con 10-49 addetti (per le quali non si registrano variazioni negli ultimi tre anni).

Rispetto all’anno precedente aumenta la quota di grandi imprese che dichiarano di aver avuto difficoltà a ricoprire i posti vacanti di specialisti ICT (15,7% delle imprese con almeno 250 addetti contro il 2,3% di quelle con 10-49 addetti).

Il 60,0% delle imprese dichiara di utilizzare prevalentemente personale esterno per la gestione di attività legate all’ICT quali manutenzione di infrastrutture, supporto e sviluppo di software e di applicazioni web, gestione della sicurezza e della protezione dei dati.

Tale quota scende all’aumentare della dimensione dell’impresa: sei imprese di minore dimensione contro tre su dieci delle grandi.

Il 16,9% delle imprese con almeno 10 addetti (59,3% tra quelle più grandi) ha organizzato nell’anno precedente corsi di formazione per sviluppare o aggiornare le competenze ICT dei propri addetti (12,9% nel 2017). In aumento, dal 10,6% al 14,0%, la quota di imprese con almeno 10 addetti che hanno svolto corsi di formazione informatica rivolti a personale senza competenze specialistiche in ICT.

Le attività economiche nelle quali si evidenzia maggiore attenzione a questo tipo di formazione, dopo quelle legate al settore ICT (33,1%), risultano la fabbricazione dei mezzi di trasporto (24,3%) e le attività editoriali (23,1%).

Ancora contenuta la quota di imprese che vendono on line

La percentuale di imprese che hanno effettuato vendite online nel corso dell’anno precedente continua ad essere molto contenuta: circa una impresa con almeno 10 addetti su sette (12,5% nel 2017).

Analizzando solo le imprese che hanno effettuato vendite online per un valore almeno pari all’1% del proprio fatturato totale, la percentuale scende ulteriormente al 10% (8,2% nel 2017). Le più attive sono le imprese con almeno 250 addetti.

Rispetto al 2017, la quota di fatturato online aumenta lievemente passando dal 10,1% al 10,7% del fatturato totale, ma la quota cresce soprattutto per le piccole e le medie imprese (10-249 addetti), passando dal 5,8% al 7,5%.

Crescono le imprese che vendono via web (12,1% contro 9,9% del 2017 e 8,8% del 2016) e, tra queste, prevalgono quelle che hanno come clienti i consumatori privati (77,8%) anziché imprese e amministrazioni pubbliche (64,1%).

Il canale web continua a essere preferito rispetto a quello degli scambi elettronici di dati in un formato stabilito, che è utilizzato dal 3,4% delle imprese con almeno 10 addetti (3,9% nel 2017).

Gli scambi elettronici di dati in un formato stabilito, utilizzati soprattutto nelle transazioni business-to-business (B2B), generano una quota di fatturato online superiore a quello derivante dalle vendite effettuate via web (rispettivamente 6,2% e 4,6%; 6,6% e 3,5% nel 2017); tuttavia in alcuni settori dei servizi più orientati agli scambi con consumatori privati, prevalgono le transazioni tramite siti web, app, emarketplace come per i servizi delle agenzie di viaggio (18,1% del fatturato deriva dal web e solo il 3,7 dal B2B) e delle imprese ricettive (rispettivamente 28,4% e 0,8%).

Nel 2018, rispetto al totale del fatturato online dell’economia, i settori che contribuiscono maggiormente sono quelli del commercio all’ingrosso e al dettaglio (27,8%), della fabbricazione di mezzi di trasporto (19,6%) e dei servizi di fornitura di energia (17,9%).

Tuttavia, tra le imprese che effettuano vendite online, quasi un terzo appartiene al settore del commercio (32%), invece agli altri due settori, anche in virtù dell’attività prevalente, appartiene solo una quota inferiore all’1% del totale delle imprese presenti online.

Viceversa, nel settore dei servizi di alloggio una quota consistente di imprese (26,5% delle imprese nazionali online) vende concorrendo soltanto al 2,1% del fatturato online totale.

È ampio il divario tra grandi e piccole imprese nel livello di digitalizzazione (Digital intensity indicator). Elevati livelli (“Alti” o “Molto alti) sono presenti nel 44,0% delle imprese con almeno 250 addetti e solo nel 12,2% delle imprese da 10 a 49 addetti.

Per le imprese, dati di maggior dettaglio sono disponibili sul datawarehouse I.Stat (tema: Imprese; sottotema: ICT nelle imprese con almeno 10 addetti).

Imprese e ICT in Italia 2018 (infografica in formato pdf)

Testo integrale e nota metodologica (pdf 1238 kb)